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Disegnare meccanismi cooperativi e processi di innovazione per le imprese sociali

Paper presentato all’XI Colloquio Scientifico sull’impresa sociale - A cura di: Apolloni, Battistoni, Cassani e Sateriale

Paper presentato in occasione dell’XI Colloquio Scientifico sull’impresa sociale, 26-27 maggio 2017, Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa, Università degli Studi di Firenze.


La forma cooperativa sta attraversando una fase di transizione in un momento in cui le risorse pubbliche diminuiscono e viene richiesto alle cooperative di trasformarsi in soggetti imprenditoriali in grado di rispondere ai nuovi bisogni. Il presente lavoro è frutto di un processo di riflessione che prende spunto da alcuni percorsi che Social Seed ha disegnato e accompagnato negli ultimi 2 anni.

Abstract

La forma cooperativa sta attraversando una fase di transizione in un momento in cui le risorse pubbliche diminuiscono e viene richiesto alle cooperative di trasformarsi in soggetti imprenditoriali in grado di rispondere ai nuovi bisogni. Inoltre, la disponibilità delle tecnologie, il cambiamento dei bisogni delle persone e la nascita di nuove forme di vulnerabilità nonché l’emergenza di forme di economia collaborativa che riportano al centro del dibattito pubblico la dimensione sociale come condizione per una rinnovata forma di economia, richiedono che il modello cooperativo vada incontro ad una trasformazione che possa riposizionare l’impresa cooperativa come motore dello sviluppo del territorio e come incubatore di progetti comunitari.

Il passaggio trasformativo implica che avvengano interventi di rottura e discontinuità con il passato che mettano la cooperativa e l’impresa sociale in grado di produrre innovazione, essere capace di intercettare e aggregare nuova domanda pagante con l’obiettivo di costruire nuovi mercati civili dove il valore dei servizi e i prodotti a dimensione sociale vengono redistribuiti alla comunità. La costruzione di un laboratorio di design o redesign di servizi interno all’organizzazione ma costruito come uno spazio di prova mette nelle condizioni di scardinare questo approccio, di lavorare ad un livello inferiore di razionalità ma più flessibile rispetto alla complessità dei problemi e del contesto tanto che è quasi la soluzione che riformula il problema e mette l’organizzazione in grado di cercare risposte innovative.

Il laboratorio come spazio di prova mette in scena una metafora del possibile, producendo mutamenti nella cultura degli attori e trasformando contesti e risorse a disposizione.

Dentro il laboratorio di design il progettista o designer usa una cassetta di attrezzi per accompagnare la squadra di lavoro a progettare soluzioni innovative a partire dalle risorse e dagli asset disponibili che ricombinati grazie al supporto e allo sguardo del progettista danno vita a piccole innovazioni di prodotto e servizio. Tali innovazioni costituiscono semi progettuali che in molti casi danno vita processi di redesign interno che implicano adattamenti e cambiamenti organizzativi.

Il presente paper ha l’obiettivo di raccontare l’uso del design dei servizi nei processi di innovazione per l’impresa sociale a partire da due casi studio che coinvolgono 2 imprese sociali di tipo A che hanno lavorato una sulla ridefinizione di spazi all’interno della propria organizzazione e l’altra sull’attivazione delle competenze imprenditoriali dei soci per il design di nuovi servizi.

A partire dal racconto dei 2 casi-studio si vogliono indagare le seguenti dimensioni:

  1. Il ruolo del design, partendo dal presupposto che nei processi di progettazione dei servizi il valore non risiede solo nei prodotti o servizi stessi né nei significati ad essi attribuiti attraverso il marchio ma emerge nella pratica stessa della progettazione (Shove, Watson e Ingram 2005).
  2. Il ruolo del designer come bricoleur dell’innovazione e portatore di una cultura organizzativa orientata al sense-making (Manzini, 2015). Il designer non fornisce risposte ma permette di dare senso alle pratiche. Gran parte del lavoro del designer è anche quello di riconoscere e interpretare le azioni messe in atto in passato come un bricoleur che ricostruisce pezzi di azioni intenzionali e non intenzionali e le restituisce in un quadro interpretativo che costituisce un senso nuovo o da cui derivano nuovi spunti
  3. Il processo di innovazione innescato dai percorsi di design dei servizi come entry point per ridisegnare le organizzazioni e le strutture organizzative. Molti processi di design dei servizi danno vita all’inserimento di nuove figure organizzative o al design di nuove aree di (come per esempio l’area ricerca e sviluppo) che rendono l’organizzazione capace di interagire con i complessi processi di open innovation e che diventano spesso un touchpoint di un sistema integrato di servizi che riconnette le cooperative con il mondo esterno (nuovi target, possibilità di scalare, di incontrare esperienze che provengono da altri mondi).

Il presente lavoro è frutto di un processo di riflessione che prende spunto da alcuni percorsi che gli autori hanno disegnato e accompagnato negli ultimi 2 anni.

A cura di: Francesca Battistoni, Giulia Sateriale, Guglielmo Apolloni e Giulia Cassani